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Cosa si intende davvero con il termine depressione?

La depressione è uno tra i più comuni disturbi psichici e, paradossalmente, uno tra i più difficili da interpretare.

La definizione più comune del termine “depressione” afferma che questa sia indice di umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni fisiche, fisiologiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo.

In realtà, la depressione può essere molto di più: è un disagio interiore vissuto dall’individuo, il quale modifica il modo in cui egli percepisce sé stesso, la sua posizione nel mondo e il suo rapporto con gli altri. Questo disagio può manifestarsi in maniera lieve e per brevi periodi, tanto da “scomparire” autonomamente, oppure in maniera più significativa e per periodi più lunghi. In questi casi si rende necessario un supporto psicologico che possa aiutare il soggetto a ritrovare la sua identità.

Per quanto riguarda la sintomatologia, potremmo dire che la depressione è un disturbo molto soggettivo. Può essere caratterizzata dalla chiusura in sé stessi e dall’umore triste; tuttavia, può anche mantenere invariate le caratteristiche del soggetto, rendendola invisibile agli occhi degli altri.
Molte persone, seppur in brevi periodi della loro vita, si sono ritrovate a dover affrontare questo tipo di disagio interiore che spinge a porsi interrogativi di diverso tipo: possono riguardare la persona, il lavoro, le relazioni, lo scopo della propria vita in senso generale. Molto spesso tali persone conducono una vita del tutto definibile oggettivamente normale: vanno al lavoro, si occupano della famiglia, studiano, mantengono una vita sociale molto attiva. Spesso, però, sono persone che nei momenti di solitudine vivono l’introspezione, lo star da soli con sé stessi, come un grande peso. In tal caso, la tristezza e l’angoscia della situazione potrebbero prendere il sopravvento e la solitudine potrebbe diventare una paura, da cui dunque ci si tiene lontani.

La depressione può essere descritta in maniera fisica come un grande mostro che risucchia tutte le proprie certezze. Tende ad intaccare aspetti differenti per ogni soggetto; per alcuni, ad esempio, l’autostima, l’appetito o il sonno, per altri, invece, aspetti del tutto differenti. Tende, quindi, a modificare la qualità della vita in generale. Potrebbe condurre la persona a considerare aspetti mai valutati prima d’ora e mettere in discussione i capisaldi della propria vita. È un’emozione che va aldilà della semplice tristezza, e che, in alcuni casi, non abbandona, nonostante la momentanea e quasi illusoria sensazione di felicità di piccoli momenti. La depressione non può sempre essere correlata ad un trauma, come ad esempio un lutto, che sia recente o meno, in molti casi potrebbe scaturire da semplici pensieri che vacillano.

Un ulteriore punto da affrontare è l’uso improprio, che ancora oggi viene fatto, del termine depressione. Il senso comune descrive il termine depressione come degli atteggiamenti di alienazione, associandoli ad individui che non escono di casa, che hanno un perenne umore triste, che si chiudono in sé stessi, oppure ad evidenti perdite di peso o diminuzione dell’appetito. Secondo tale senso comune, infatti, una persona viene socialmente etichettata come depressa perché pretende i propri spazi e prova un senso di benessere facendo attività come, ad esempio, leggere un libro, stare da soli in un parco o preferire l’ambiente domestico al caos di un pub. Come già affermato, la depressione è una difficoltà che non ha limiti di criterio, concetti oggettivi o egual sintomatologia in ciascun individuo, per cui non è universalmente definibile. La società delle etichette, tuttavia, ha le idee ben chiare.

Se dovessimo etichettare quegli atteggiamenti considerati inusuali quando si parla di depressione, potremmo usare il termine “depressione atipica”, con il quale si intende un particolare sottotipo di depressione, caratterizzato da umore reattivo, iperfagia, ipersonnia ed estrema astenia. Spesso questi atteggiamenti possono essere accompagnati da attacchi di panico e manifestazioni fobiche.

Dal punto di vista terapeutico si ha una necessità di parlare più spesso del concetto di depressione, che può essere accompagnato da diversi stati d’animo e diverse emozioni. Normalizzando questo concetto e rendendolo comune, multiforme e soggettivo, ci si potrebbe spogliare di una maschera, di uno stereotipo sociale ed erroneo, e incoraggiare a chiedere l’aiuto di cui, chi più e chi meno, tutti hanno bisogno.

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